Non bisogna lasciare i bambini davanti alla tv! È diseducativo!
Mi ricordo di aver sentito spesso frasi simili durante la mia infanzia e la mia adolescenza. Oggi commenti simili sono riservati a smartphone, tablet e social, ma i e le Millennials come me probabilmente ricorderanno l’epoca in cui a essere demonizzato era lo schermo domestico con cui, alla fine, la maggior parte di noi (perché tendo a non generalizzare nella vita) è cresciuta.
Ma non dovevi parlare di anime e manga?
Per quanto consapevole della cattiva qualità di alcuni programmi presenti ora come allora sui vari canali, non si può negare che venisse trasmessa anche roba interessante. Un esempio? Facile da indovinare: gli anime trasmessi del pomeriggio su Italia 1.
Non mi vergogno di ammettere di essere stata una di quelle bambine che davanti alla tv ci ha passato diverse ore della sua vita. Guardavo (e riguardavo) i lungometraggi della Disney e gli anime, anche se per me erano tutti, indifferentemente, cartoni. Non stavo quasi mai seduta sul divano o sul tappeto a osservare le immagini. Rimanevo in piedi davanti allo schermo pronta a ballare durante le sigle e – soprattutto – a ripetere battute e azioni dei miei personaggi preferiti. Il mio divertimento nel guardare quelle immagini consisteva soprattutto nell’entrare dentro le storie e viverle in prima persona.
Crescendo, ho imparato a stare seduta, ma la voglia di perdermi nella narrazione non è cambiata, anzi è diventata sempre più una necessità tanto da avvicinarmi a qualsiasi medium in grado di raccontare una storia. Libri, film, serie tv, spettacoli teatrali, musical, balletti sono sempre stati presenti nella mia quotidianità. Ognuno di questi strumenti mi apre una finestra sul mondo, sulle persone e sull’esistenza aiutandomi a riflettere su di essi e mostrandomi tutto ciò che di bello e di butto esiste.
Guardare la televisione per diverse ore al giorno non è stato diseducativo ma esattamente l’opposto. Mi ha donato degli hobby, ha probabilmente influenzato il mio percorso di studi, è stato il mio primo approccio al mondo della recitazione e… mi ha insegnato a vivere. È un’affermazione forte? Sì, ma quel vissuto immaginario è stata per me esperienza indiretta di tante emozioni e di tante avventure. Sono assolutamente convinta che tante credenze che mi porto dietro (funzionali o meno che siano) siano da rintracciare in ciò che ho guardato da piccola.
Quindi, sei una nerd navigata?
Lady Oscar, Sailor Moon, Rossana: le tre corone della mia infanzia.
Non sono i soli titoli che guardavo, ma sono sicuramente quelli che mi piacevano di più. Sono stati anche i miei primi manga, anche se al momento dell’acquisto ignoravo che si chiamassero così e non capivo bene perché fossero scritti al contrario. E devo ammettere di averlo ignorato per un bel po’ di tempo.
Il mondo dell’animazione e dell’editoria giapponese mi è sempre passato accanto senza che io vi dessi troppa attenzione o importanza. Impazzivo per i Pokémon e anche per i Digimon (perché scegliere?), guardavo mia cugina collezionare i numeri di Naruto, vedevo mia sorella guardare Dragon Ball , facevo battute sull’assenza di Shiro in Mila e Shiro o sulle dimensioni del campo di calcio di Holly&Benji ma non mi facevo alcuna domanda sulla cultura di provenienza di tutto questo. Ebbene sì, devo confessarlo: non sono stata un’adolescente nerd come tanti altri. Io sto vivendo il mio momento nerd ora, una volta superati i 30. Eppure, se penso al passato, mi rendo conto che i semi sono stati piantati già allora. Aspettavano solo il momento giusto per sbocciare.
Perché creare Anime a merenda (e manga a colazione)
Il momento della fioritura è arrivato più o meno nel 2022, dopo aver divorato in poco più di una settimana le quattro stagioni allora disponibili di Attack on Titan. Poco dopo ho visto Death Note e poi Haikyu. Alle visioni sono seguite le letture. Ho scoperto Berserk, Jujutsu Kaisen e, ovviamente, Naruto. Mentre continuavo a guardare e a leggere, ho iniziato a studiare la storia del manga e le caratteristiche identificative di questo genere. Ho anche cominciato a disegnare, frequentando un corso di un anno alla Scuola Romana dei Fumetti.
E ora sono in questo spazio. Anime a merende (e manga a colazione) nasce dal bisogno e dal desiderio di parlare di questa mia nuova passione e di condividerla con chiunque abbia voglia di frequentare questo spazio virtuale. Qui troverete recensioni, approfondimenti, riflessioni, consigli personali… e magari nel tempo tante altre cose. Chissà.
Quindi… tu chi sei?
Mi chiamo Federica e nonostante negli abbia contribuito alla realizzazione di diversi blog, ancora trovo difficilissimo scrivere una mia presentazione. Definirmi in tre aggettivi mi è praticamente impossibile (vedi lunghezza di questo articolo). Tuttavia, per darvi un’idea, proverò a raccontarvi che cosa ho fatto nella vita e che cosa faccio.
Mi sono laureata in lettere moderne a Roma Tre e attualmente insegno in una scuola media di Latina. Per un po’ di anni sono stata anche una copy writer SEO e ho scritto articoli sui temi più disparati (anche di elettrodomestici!). Ho studiato per tantissimi anni danza classica e contemporanea, poi mi sono data al teatro. Ancora oggi non riesco a fare a meno di entrare nel ruolo di qualcun altro. Negli ultimi tempi sto imparando a disegnare. Passo il tempo libero a leggere, vedere anime e film oppure in compagna delle persone che amo. Tutto questo ha contribuito e contribuisce a formarmi tanto quanto guardare la televisione da bambina.
Credo nel potere catartico e formativo delle storie. L’ho sperimentato su di me e ho anche avuto modo di studiarlo un po’ scrivendo una tesi sul rapporto tra neuroni specchio e lettura. Quindi, quando guardo o leggo qualcosa, cerco sempre di leggervi dentro qualche spunto per parlare delle esperienze quotidiane, per riflettere sulle emozioni che mi suscita e sul perché, sui simboli e sugli insegnamenti che se ne possono trarre.
Anime a merenda è un percorso in divenire che spero di poter condividere il più possibile con appassionati e appassionate come me.