Nel mondo dei manga e degli anime non mancano di certo le storie d’amore. D’altra parte, si tratta di uno dei temi narrativi più antichi al mondo. Da quando l’essere umano ha iniziato a raccontare storie non ha potuto fare a meno di mettere in scena il sentimento romantico, di interrogarsi sulla sua origine, sulla sua potenza, sui suoi cambiamenti, sulle sue sfaccettature.
Nonostante tutta la letteratura, i film, le serie tv, i saggi, le discussioni di qualsiasi grado di profondità e le esperienze quotidiane nostre e degli altri, ancora ci troviamo disarmati di fronte ai sentimenti d’amore che proviamo. Non tutti/e riusciamo a definirlo e le persone che ci riescono partono da quanto da loro provato senza considerare le innumerevoli sfaccettature di fronte alle quali ci si può trovare nella vita.
Ho guardato diversi anime e letto numerosi manga su questo argomento. Alcuni mi sono piaciuti da impazzire, molti mi hanno fatto ridere, altri ancora mi hanno fatto commuovere. Quando, però, pensavo a un titolo di cui parlare in occasione di San Valentino, ho capito che ce n’era solo uno che poteva davvero raccontare la mia visione dell’amore e tutto ciò che significa per la nostra specie: Romantic killer.
Una storia d’amore che non è una storia d’amore
Anzu Hoshino è una ragazza con tre ragioni di vita: i videogiochi, il cioccolato e il suo gatto, Momoichi. Non ci pensa proprio ai ragazzi né alle storie d’amore fin quando dalla sua televisione non comprare Riri, un essere magico incaricato di risolvere il problema della bassa natalità in Giappone. Anzu è stata scelta come primo soggetto di un esperimento volto a far nascere nuove coppie che un domani potrebbero risollevare il tasso demografico nipponico, propio lei che del sentimento romantico non sa nulla né è interessata a conoscerlo.
Riri sottrae ad Anzu le sue ragioni di vita e le assicura che da quel momento in poi la sua vita diventerà come quella di un’eroina degli shojo manga. E così, la strada della sedicenne è portata a incrociarsi con quella di Tsukasa Kazuki, Junta Hayami e Hijiri Koganei, tre bellissimi ragazzi, ognuno con una sua peculiarità, tra cui ci potrebbe essere solo l’imbarazzo della scelta. Anzu, però, è determinata a non cedere al ricatto di Riri: recupererà i suoi tre grandi amori rimanendo single.
Cosa Romantic killer ci insegna sull’amore
Sebbene Anzu sia intenzionata a non innamorarsi di nessuno dei suoi pretendenti, finisce per affezionarsi profondamente ai ragazzi che ha intorno e sviluppa con loro un rapporto sincero, tenero, di scambio.
Si sente molto parlare di “relazioni sane” in contrapposizione a quelle “tossiche”. Tutte e tutti noi ci troviamo almeno una volta nella vita invischiati in legami che portano a provare molte più emozioni negative che positive e da cui risulta difficile tirarsi fuori per tutta una serie di motivazioni (per alcuni succede sistematicamente). Tali rapporti così sofferti nascono non solo in amore, ma anche in amicizia, perfino negli ambienti lavorativi. Complici di queste relazioni malsane sono tante idee sociali e culturali che circolano sull’amore, sul maschile e sul femminile. Responsabili di queste immagini sono anche – ahimé – i prodotti culturali, di qualsiasi epoca e provenienza, che rispecchiano in pieno le tradizioni del proprio tempo. Molte persone non saranno d’accordo con me, ma io sono profondamente convinta che le storie raccontate nei film, nei libri, nelle serie, nei fumetti finiscano per influenzare e modellare il nostro immaginario quasi quanto (in alcuni casi anche tanto quanto) le esperienze che viviamo o l’educazione che riceviamo.
Crediamo che l’amore vero comporti sofferenza, che il compito della persona che ci ama sia salvarci dal male, che le persone che amiamo ci appartengano, che esista un unico grande amore per tutti/e noi, che il fine ultimo della vita (soprattutto per le donne) sia aspirare al matrimonio e che le relazioni amorose servano a mettere su famiglia. Tutto ciò, quando inteso in senso assoluto e non in maniera complessa, rischia di dar vita a dinamiche relazionali particolarmente dannose. Di conseguenza, non potremo mai liberarci di rapporti tossici se non iniziamo a promuovere modelli di relazioni migliori.
È qui che entra in gioco Romantic killer con le sue non-storie d’amore. Piuttosto che focalizzarsi su un’idea di relazione, l’opera si concentra sul modo in cui si costruiscono i legami. Quest’ultimi possono avere varie nature, ma sono fondamentali per crescere, per comprendersi, per perdonarsi. In altre parole, per vivere.
Anzu e Kazuki
Il rapporto tra Anzu e Kazuki è quello che ci accompagna per più tempo nel corso dei 12 episodi della serie disponibile su Netflix ed è quello che più di tutti cambia nel corso del tempo tanto da portare il ragazzo a innamorarsi della protagonista nonostante inizialmente non avesse alcun tipo di interesse nei legami amorosi. Riri potrà pure cercare di forzare la nascita di momenti romantici, ma il legame tra i due va ben oltre il brivido provato per i due corpi che finiscono goffamente l’uno sull’altro. Inizialmente, i due si sentono a proprio agio quando sono insieme. Vivendo nella stessa casa (condizione sempre forzata dalla magia), si conoscono tanto da sviluppare uno stretto rapporto di fiducia in cui c’è una profonda comprensione dell’emotività dell’altro/a.
La presenza di Anzu permette a Kazuki di superare diverse situazioni per lui difficili (la vita scolastica o il giro dello shopping) e, soprattutto, gli consente di processare il trauma subito come vittima di stalking. Da persona incapace di esprimere la propria volontà e spaventata dalle relazioni con il prossimo a causa della sua bellezza, Kazuki impara nuovamente a entrare in connessione con le persone e smette di sentirsi in colpa per ciò che è successo. Può farlo perché accanto ha una persona che in maniera del tutto naturale e spontanea lo ascolta, lo abbraccia e gli dice:
Mi dispiace solo che, se fossi diventata tua amica prima, avrei potuto credere a te, prima di chiunque altro.
Gesti e parole simili possono essere molto più potenti di un qualsiasi “ti amo”. Di certo, ne definiscono (almeno in parte) il significato. Il legame di Anzu e Kanzuki è fatto di supporto, di fiducia, di ascolto, di protezione e di cura. È autentico e sincero. Li cambia, ma in maniera spontanea, senza forzature. Forse non si concretizzerà mai in un rapporto romantico, ma si è già dimostrato ciò che una relazione dovrebbe essere: un’aggiunta in gradi di arricchire la propria esistenza.
Anzu, Junta e Hijri
Il rapporto che Anzu ha con gli altri due ragazzi, Junta e Hijiri, è diverso e ci mostra altri aspetti dell’amore.
Junta è l’amico d’infanzia (figura immancabile nel mondo dello shojo e in molte storie d’amore occidentali) da sempre affascinato da Anzu. È stata proprio lei la prima a notare i suoi pronti riflessi e a suggerirgli di praticare baseball, disciplina nella quale Junta diventa un vero e proprio astro nascente. Nonostante i suoi sentimenti, il ragazzo non è morboso nei confronti di Anzu e anche quando è geloso di Kazuki, non diventa mai aggressivo né spiacevole. Parte dal presupposto che la ragazza debba essere libera di scegliere e che, comunque vada, potrà avere la consapevolezza che lei è felice. Quando si dice che l’amore è disinteressato, s’intende esattamente questo. È difficile arrivare a una simile consapevolezza, ma è un passaggio necessario per creare dei rapporti veramente solidi e arricchenti.
Il rapporto tra Anzu e Hijiri è molto più altalenante a causa del carattere viziato di lui. Eppure, anche in questo caso la presenza dell’eroina consente al ragazzo di cambiare il suo punto di vista sul mondo. Dopo il netto rifiuto di Anzu di avere a che fare con lui, Hijiri inizia a prendere consapevolezza dell’esistenza di altri esseri umani con le loro caratteristiche e desideri. Decide, quindi, di prendersi delle responsabilità e di scoprire com’è davvero il mondo che lo circonda. E che cos’è l’amore se non un modo per crescere?
Una vera anti-eroina?
Kazuki, Junta e Hijiri saranno pure ikemen (bei ragazzi), ma nessuno di loro batte Anzu in quanto a figaggine.
La protagonista di Romanic killer è tra i miei personaggi preferiti di sempre, un po’ come Maomao di The apothecary diaries. È divertente, leale, gentile e genuinamente buona. Tanto sa essere goffa quanto forte quando si tratta di difendere chi o cosa le sta a cuore. È determinata e non permette a niente di mettersi tra lei e ciò che le piace davvero.
Spesso nel corso della serie, Riri la definisce come un’anti-eroina. In effetti, Anzu è proprio l’opposto delle eroine shojo a cui siamo abituate. Anche se la sua ingenuità e la sua sbadataggine ricordano un po’ quella di Bunny in Sailor Moon, siamo ben lontane dai modelli canonici. Le protagoniste solitamente sono bellissime e riescono facilmente in tutto ciò che fanno. Hanno ottime doti in cucina o nell’ambito domestico e anche nei casi in cui non siano particolarmente interessate all’amore, lo accolgono facilmente non appena si presenta il bono di turno. Anzu non è e non fa nulla di tutto questo.
La protagonista di Romantic killer sembra più uscita fuori da un manga shonen che non da uno shojo. In merito a questo, è sicuramente curioso che i capitoli siano stati pubblicati proprio su Shonen Jump+, la piattaforma online di Shueisha, nota soprattutto per la pubblicazione di Weekly Shonen Jump su cui abbiamo letto One Piece, Dragon Ball, Jujutsu Kaisen e Naruto. Ed è proprio al protagonista di Kishimoto che mi è venuto da pensare mentre riflettevo sul personaggio di Anzu. Il modo assoluto in cui difendono ciò in cui credono, la loro incorruttibilità e la loro innata propensione a far del bene a chi li circonda li rende sicuramente degni del titolo di eroe ed eroina. Vedere finalmente una donna con queste caratteristiche è davvero liberatorio.
Una storia divertente con tematiche importanti
Oltre a parlare d’amore, Romantic killer affronta altri temi ugualmente importanti per la nostra generazione e ancora fortemente attuali. D’altra parte, il manga di Wataru Momose è uscito tra l’estate del 2019 e quella del 2020, non molto tempo fa.
La bellezza come maledizione
Dire che siamo ossessionati/e dal tema della bellezza non mi sembra esagerato. Ogni anno spendiamo una grandissima quantità di soldi per curare il nostro aspetto fisico. Molti danno la colpa ai social e sicuramente la necessità di apparire sempre al meglio di modo da poter essere giudicati meritevoli e invidiati per la perfezione che ostentiamo è una delle grandi piaghe dei nostri tempi. Eppure, l’importanza di essere belli/e, affascinanti, desiderabili è da sempre qualcosa che ci viene richiesto dalla società.
Nelle favole, il principe e la principessa hanno sempre un bell’aspetto proprio come gli eroi dell’epica classica. Decantare la bellezza della donna amata o provare a catturarne le sembianze con il proprio pennello è stato quasi un obbligo per gli artisti del passato. I primi divi e dive del cinema venivano scelti quasi solo esclusivamente in base all’aspetto più che per la bravura.
Siamo così presi dal desiderio di sembrare perfetti che non ci fermiamo mai a chiederci quale peso possa essere essere belli/e in una società come la nostra. Diamo sempre per scontato che sia la condizione ideale e non pensiamo ai rischi o alle sofferenze che queste persone incontrano. Romantic killer ce lo spiega molto bene attraverso le storie di Saki e di Kazuki.
L’amica di Anzu viene continuamente corteggiata solo in quanto bella ragazza, ma nessuno sembra davvero interessarsi a lei come persona. Per non apparire presuntuosa (una delle critiche che facilmente si muovono ai belli), si sente costretta a fidanzarsi con un ragazzo che prima tenta di sedurla, poi sparge voci false su di lei a scuola. Solo Anzu è disposta a credere alla versione di Saki e darà alla ragazza la forza di reagire alle chiacchiere.
La storia di Saki occupa pochissimi minuti nello show eppure già da sola servirebbe per parlare dei tanti preconcetti che si hanno nei confronti di una persona solo perché bella (soprattutto se è donna). In realtà, l’essere continuamente guardati, invidiati, fraintesi solo per il proprio aspetto fisico può essere altrettanto doloroso di quando si viene giudicati perché non si rispecchiano determinati canoni estetici.
Lo stalking: un problema anche al maschile
La bellezza di Kazuki, invece, lo porta a diventare l’oggetto del desiderio di tantissime donne, compresa Yukana Kishi, la donna che diventerà la sua stalker.
È sicuramente interessante scegliere una figura maschile come vittima di stalking anche se chi ha visto Baby Rendeer potrà trovarlo non così originale e soprattutto molto più semplicistico. Ma ricordiamoci che siamo nel mondo manga e anime, quindi il pubblico di riferimento è tendenzialmente diverso.
In realtà, anche se le dinamiche tra aggressore e vittima sono meno problematizzate, il tema è trattato in maniera molto delicata e matura mostrandoci il lato più oscuro dell’attrazione: l’ossessione.
Perché guardare Romantic killer a San Valentino
Romantic killer è l’anime perfetto da guardare durante la giornata di San Valentino. È breve, avvincente, porta con sé tematiche importanti… e soprattutto fa ridere. A sottolineare il lato comico della storia intervengono i disegni spesso esagerati che fanno un uso di linee di contorno più spesse e visibili così da mettere in rilievo l’aspetto comico della scena. Molte scene vi porteranno allegria anche dopo averle già viste. Tra le mie preferite ci sono l’invocazione di Momoichi da parte di Anzu per resistere al fascino di Kazuki e il terrore di Junta e Anzu davanti a uno scarafaggio.
Molti denigrano San Valentino come una trovata commerciale che nulla a che fare con i rapporti umani. Ma tutto dipende dal valore che si dà alle ricorrenze. Potremmo vivere questa giornata come la celebrazione dell’amore inteso come quel sentimento indispensabile alla vita di tutti/e noi che ha così tante sfaccettature da essere difficile da descrivere. Qualsiasi forma assuma, però, deve tendere al bene.
Romantic killer ci racconta questo.
Scheda tecnica
Titolo originale: | Romantikku Kira |
Studio di animazione: | DOMERICA – Netflix |
Anno di uscita: | 2022 |
Manga: | 4 volumi pubblicati da Planet Manga. In Giappone i capitoli sono stati pubblicati su Shonen Jump+ da luglio 2019 a giugno 2020. |
Genere: | commedia e dramma sentimentale |
Voto: | 5/5 |
Da guardare se: | si ha voglia di ridere e/o di guardare una storia con ottimi personaggi e con tematiche importanti. Oppure se amate i gatti. |
Federica Crisci
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