Avere la possibilità di trascorrere un’intera giornata a casa dedicandosi solo al relax, alle maratone di anime o alle letture avvincenti è un lusso difficile da conquistare nei ritmi frenetici e sociali a cui siamo abituati oggi. Tuttavia, con un po’ di organizzazione, volontà e un pizzico di fortuna, è possibile riuscire a ritagliarsi del tempo di qualità per vivere un’esperienza simile (anche più spesso di quanto si creda).
Per rendere occasioni simili veramente rigeneranti è importante scegliere l’anime giusto. Ne serve uno breve, dalla storia accattivante e avvincente al punto tale da non riuscire a mollare lo schermo per più di 10 minuti. Solo Leveling risponde perfettamente a questi requisiti e si presta, quindi, a essere un’ottima scelta in queste situazioni.
Devo però ammettere di non averlo visto in una sola giornata. Non avendo idea di che cosa mi sarebbe aspettato, ho iniziato a guardarlo una sera verso le 11:30. Alla fine della quarta puntata, ero felice che non ci fosse un cliffhanger importante (come nelle precedenti) visto che il giorno dopo mi toccava andare a lavoro e non potevo permettermi di restare sveglia tutta la notte.
La trama di Solo Leveling
Dopo che sono iniziati a comparire portali (Gate) in grado di collegare il nostro mondo con un’altra realtà popolata di mostri (chiamata dungeon), in alcuni individui si sono risvegliati dei poteri speciali. Tali abilità hanno diversa natura e varie intensità tanto da aver vita a una vera e propria classificazione delle stesse. Il grado S rappresenta il più alto, mentre l’E il più basso. Ci si può allenare per migliorare forza e resistenza, ma è impossibile salire di livello. Gli esseri umani dotati di poteri sono stati chiamati Hunter e a loro è stato affidato il compito di difendere il mondo combattendo i mostri e chiudendo i Gate che di volta in volta si aprono. Tra loro, a Seul, c’è anche Jinwoo Sung, grado E. Nonostante rischi spesso di perdere la vita e venga preso in giro da tutti gli altri Hunter per il suo basso livello, Sung continua a partecipare ai raid dentro i dungeon perché deve mantenere le cure mediche della madre (caduta in coma dopo l’apertura dei portali) e la sorella minore che va ancora a scuola.
Durante una delle solite spedizioni, il gruppo di Jinwoo si ritrova in un dungeon anomalo in cui vivranno un’esperienza traumatica, terrificante e per molti fatale. Lo stesso protagonista si dovrà confrontare con la morte… e con la resurrezione.
Per capire se la trama vi intriga o meno, non serve altro. Nei prossimi paragrafi, scriverò liberamente riflessioni sull’intera storia, quindi potrebbero esserci spoiler. Se volete evitarli, tornate pure quando avrete visto almeno la prima stagione.
Cosa significa livellare
Scampato per un soffio alla morte, Jinwoo ottiene la possibilità di diventare un Player. Di conseguenza, vive come se si trovasse in un videogioco. Deve completare obiettivi giornalieri e missioni, riceve ricompense, può equipaggiarsi di armi e oggetti utili e, soprattutto, può livellare. Seguendo le indicazioni fornite da schermi che solo lui può vedere, gli è permesso aggiungere punti alla forza, all’agilità, alla velocità e all’intelligenza, diventando così sempre più capace. Ben presto, quindi, può affrontare da solo anche i dungeon più difficili.
Durante tutta la prima stagione assistiamo all’evoluzione e alla crescita fisica di Jinwoo il cui unico pensiero, una volta scampato alla morte, è diventare più forte. Lo vediamo prendersi cura della sorella e cercare di recuperare un elisir in grado (presumibilmente) di svegliare sua madre dal coma, ma la sua preoccupazione costante è trovare nemici da affrontare per poter salire di livello. In questa ricerca continua di miglioramento non ho potuto fare a meno di avvertire una componente quasi ossessiva. Sarebbe del tutto giustificabile e comprensibile visto quanto vissuto da Jinwoo. Non è solo il trauma di essere stato quasi ucciso tra indicibili sofferenze. È anche la voglia di riscatto dopo anni passati a sentirsi debole e messo in ridicolo per il suo livello.
Per me è stato inevitabile pensare a tutte quelle persone che a un certo punto della vita si sono imposte un determinato regime alimentare/fisico o addirittura caratteriale perché non si apprezzavano a sufficienza, spesso a causa di giudizi interiorizzati a partire dall’esterno. Tanto più il cambiamento mi è stato esternato, conclamato e decantato, tanto più mi è sembrato doloroso e non sono riuscita a fare a meno di domandarmi (a ragione o a torto) se fosse davvero la strada migliore per quella persona.
Diventare forte equivale a perdersi?
Me lo sono chiesta anche per Jinwoo. E la mia domanda ha poi trovato eco nelle parole del protagonista dell’episodio 9, You’ve been hiding your skills.
Senza dubbio sono diventato più potente di prima. Però, non capisco perché ogni volta che divento più forte sento dissolversi qualcosa nel profondo della mia anima.
Il potere acquisito, quindi, non è sufficiente, anzi. Anche a causa della sua nuova forza, Jinwoo dovrà confrontarsi con la sensazione di essere un assassino. È vero che uccide poiché costretto, ma il risultato non cambia. La nuova condizione gli impone delle responsabilità e delle scelte gravose che lo portano a perdersi e anche a isolarsi. Questa mancanza di legami si riflette in chi guarda: non ci sono molti altri personaggi a cui affezionarsi in Solo Leveling, almeno nella prima stagione.
Il confronto d’obbligo con il vecchio sé
In questo gioco a livelli il cui vero scopo è cancellare il vecchio sé è inevitabile che questo arrivi a materializzarsi per ricordare che nel profondo esiste ancora. Succede – anche se con dinamiche completamente diverse – anche nella puntata conclusiva della prima stagione de Il mio matrimonio felice. Nell’ultimo episodio, mentre è impegnato in uno scontro mortale da cui non può sottrarsi per cercare di acquisire un nuovo ruolo, Jinwoo incontra il ragazzo che era prima di diventare un Player. Quest’ultimo con sguardo allucinato e un sorriso sadico gli ricorda che nel profondo non è nient’altro che un debole. Inoltre, giudica gli sforzi compiuti fino a quel momento del tutto inutili visto che finirà comunque per essere ucciso. Un colpo di fortuna strappa Jinwoo alla morte e a questo confronto. È possibile che ce ne sia un altro in futuro, visto che il dibattito è rimasto alquanto aperto.
Ciò che è interessante è che in qualsiasi percorso di cambiamento è impossibile eliminare ciò che si è stati prima. La domanda è se sia veramente giusto demonizzare il proprio sé del passato piuttosto che accoglierlo come una fase necessaria o come una parte del proprio essere bella anche con tutti i suoi difetti.
Essere forti: un pregio o un difetto?
Ciò che Jinwoo rifiuta del sé del passato è la debolezza, in parte obbligata dal basso grado dei suoi poteri. Qui si potrebbe aprire un grandissimo dibattito sul valore da dare al concetto di debolezza e di forza, spesso considerate rispettivamente come un difetto e un pregio della persona. Al giorno d’oggi si potrebbe argomentare che considerare la sola forza fisica come la Virtù è piuttosto limitativo soprattutto se questa viene a scapito di intelligenza emotiva o della capacità di giudizio.
È vero che probabilmente Solo Leveling non è un anime che vuole aprire riflessioni simili. Piuttosto, vuole porre l’accento sul fatto che in un mondo crudele ed egoista è necessario fare del proprio meglio per non soccombere. Se deciderà di porre l’accento sul prezzo che una simile scelta comporta (un po’ come vediamo in Attack on Titan), lo vedremo nelle prossime stagioni.
Solo Leveling: un anime da vedere
Al di là delle speculazioni tematiche, devo ammettere che Solo Leveling è un bell’anime da guardare. Funziona tutto, dai disegni alle animazioni passando per la colonna sonora. L’opening mi ha stregata, tanto che l’ho ascoltata a ripetizione mentre scrivevo tanto che ho deciso di lasciarvela qui, nel caso aveste voglia di risentirla.
Un aspetto interessante dell’anime è la sua ambientazione a Seul. Invece delle metropoli giapponesi, questa volta vediamo le strade e i locali dai nomi molto particolari (alzi la mano chi non è rimasto a bocca aperta davanti al fotogramma con l’insegna “Cafè Pene”) della capitale della Corea del Sud. Non potrebbe essere altrimenti visto che Solo Leveling ha origine dalla mente dello scrittore coreano Chugong. Dopo il successo ottenuto dal light novel, la Kakao ha realizzato un manhwa a colori per la propria piattaforma online. L’opera è approdata in Giappone grazie A-1 Pictures che ne ha realizzato l’anime diretto da Shunsuke Nakashige e scritto da Noboru Kimura.
Personalmente, ho adorato l’uso del lessico caratteristico dei videogiochi. Probabilmente non è una novità. È possibile che guardando opere come Sword Art Online o Black Clover, mi renda conto che è più una prassi che non una vera e propria scelta coscienziosa e ragionata. Ma dato che mi risulta nuovo, l’ho trovato particolarmente interessante.
La seconda stagione di Solo Leveling
Dal 4 gennaio 2025 sta andando in onda su Chruncyroll la seconda stagione di Solo Leveling. Mi ero ripromessa di guardare la prima seria durante questo nuovo anno non solo perché ne avevo sentito tanto parlare, ma anche per godermi le uscite dei nuovi episodi in diretta. Proprio per questo, è stata la prima che ho deciso di debellare dalla lista. Devo ammettere che ne è davvero valsa la pena.
Scheda tecnica
Titolo Originale: | Na honjaman reber-eop |
Studio di Animazione: | A-1 Pictures |
Anno di uscita: | 2024 (dal 6 gennaio al 30 marzo) |
Manhwa: | 13 volumi pubblicati su KakaoPage. In Italia i volumi sono 26 e sono editi da Star Comics |
Genere: | azione e fantasy |
Voto: | 4,5/5 |
Da guardare se: | si amano i videogiochi, i combattimenti, le storie di riscatto personale… o i figoni. |
Federica Crisci
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