A partire dal 6 gennaio andranno in onda su Netflix i nuovi episodi dell’anime Watashi no Shiawase na Kekkon, in italiano Il mio matrimonio felice. Quale migliore occasione per riguardare (e commentare) la prima stagione uscita nel 2023 sulla stessa piattaforma streaming? È quello che mi sono concessa durante gli ultimi giorni delle vacanze natalizie divorando gli episodi in meno di 48 ore. Sono pronta a imprimere in forma binaria tutte le sensazioni provate durante la prima visione dell’opera (avvenuta all’inizio di settembre del 2024) e quella di pochi giorni fa. Se volete, mentre leggete potete ascoltare la sigla e la colonna sonora dell’anime!
Un anime tratto da un manga tratto da un light novel
In origine ci fu la parola scritta. Non è di certo una novità per gli anime essere preceduti dal cartaceo visto che la maggior parte delle immagini animate proviene da un manga. Eppure, nel caso de Il mio matrimonio felice anche le tavole disegnate sono arrivate in un secondo momento. Inizialmente, la storia d’amore di Miyo e Kiyoka è stata sviluppata dall’autrice Akumi Agitogi in forma di romanzo illustrato (i disegni originali sono di Tsukiho Tsukioka) apparso a puntate online sul sito Shōsetsuka ni narō. Solo nel 2018, Square Enix ne ha acquistato i diritti per produrne un manga da pubblicare sulla propria piattaforma online, Gangan Online. In questa nuova versione, i disegni sono stati curati da Rito Kohasaka ed è proprio a questi che la versione anime si rifà.
In Italia sono disponibili 4 volumi del manga e i primi due romanzi di Agitogi, tutti editi da J-Pop. Per ora ho letto solo i takobon, quindi sono all’oscuro degli sviluppi della storia. Devo ammettere che sono molto curiosa di scoprirli. Ma prima di pensare al futuro, è bene riflettere sul passato.
La trama de Il mio matrimonio felice
Nel corso della prima puntata, Il mio matrimonio felice si presenta come un classico shojo dall’ambientazione storica. Siamo, infatti, nel Giappone dell’inizio del XX secolo e la protagonista della storia è un’infelice ragazza orfana di madre maltrattata dalla matrigna e dalla sorellastra. Miyo Saimori appare sin da subito la sorella orientale di Cenerentola ma, a differenza dell’eroina disneyiana, non ha più alcuna capacità di sognare né di sperare in un miglioramento della sua condizione. La mancanza di volontà o di capacità di ribellarsi è dovuta ai tanti anni passati a servire la famiglia, priva di qualsiasi tipo di affetto. L’ultima speranza di riscatto si infrange quando le viene data la notizia che il suo amico d’infanzia – unico conforto nei momenti più bui – sposerà la sorella Kaya mentre lei dovrà lasciare la casa per sposare Kiyoka Kudo, un uomo noto per essere freddo e spietato. Quella che dovrebbe essere la fine si rivela, in realtà, l’inizio di una nuova vita molto promettente. Kiyoka, infatti, si rivela tutt’altro rispetto a quanto detto e il legame che i due intrecciano nel tempo è puro e profondo. Non mancheranno le difficoltà relazionali dovute soprattutto all’insicurezza di Miyo e alla sua completa mancanza di fiducia in sé stessa.
Questa trama piuttosto classica viene condita da elementi fantasy e intrighi di corte che ricordano in maniera molto lontana quelli tra le famiglie di Westeros. In questo mondo, infatti, esistono esseri umani dotati di abilità sovrannaturali utili a contrastare il Grottesco, manifestazioni magiche negative. Miyo, pur appartenendo a una famiglia dotata di poteri, sembra esserne completamente priva ed è questo uno dei motivi che ha portato il padre a disprezzarla e lei a considerarsi una nullità.
Chi ha visto l’anime o letto il manga/i romanzi sa che le cose stanno in maniera piuttosto diversa. Non mi dilungo oltre, ma nei prossimi paragrafi ci saranno spoiler, quindi se non avete visto l’anime, non andate oltre e tornate quando avrete finito!
Un’eroina alla ricerca di sé stessa
Non è sempre facile entrare in empatia con Miyo. Nonostante la sua storia terribile renda perfettamente comprensibile il suo carattere e atteggiamento, vederla così abbattuta e incapace di reagire per così tanti episodi mette a dura prova l’amore che si può provare per questo personaggio. Non aiuta sicuramente neanche l’epoca che vede le donne così legate alla vita domestica o al ruolo di mogli. Eppure, al di là di queste barriere puramente soggettive, devo ammettere che il percorso che porta Miyo alla scoperta e all’amore per sé stessa è stato costruito in maniera credibile e profondo per tutto il corso della stagione. Inoltre, è molto interessante (nonché profondamente realistico) che questa crescita preveda tanto interventi dall’esterno quanto il lavoro interno della singola.
Miyo inizia a costruire la sua sicurezza nel momento in cui vede riconosciute le sue abilità da Kiyoka. Come dice esplicitamente la domestica Yurie:
Una donna acquista fiducia in sé stessa quando è amata.
Credo che sostituendo la parola “donna” con “persona” si renda la frase molto più vera a livello generale. L’amore, di qualsiasi tipo non per forza romantico, ha questo tipo di potere. Sentirsi apprezzati e valorizzati per ciò che si è nonostante tutti i difetti che possiamo riconoscerci, aiuta ad acquisire sicurezza nelle proprie capacità e a sentirsi sereni, se non addirittura entusiasti, della vita.
Ma l’amore proveniente dagli altri o dalle altre, da solo, non può essere sufficiente.
L’episodio più bello dell’anime
Nonostante l’affetto ricevuto dalla famiglia Kudo e i buoni propositi di impegnarsi per diventare una moglie degna del suo compagno, Miyo ha ancora moltissime insicurezze che la portano a perdere fiducia in un attimo. Gli elementi fantasy della storia sono qui il correlativo oggettivo degli angoli ancora non esplorati del percorso di crescita. Gli incubi che tormentano e debilitano Miyo e la spingono ad allontanarsi da Kiyoka sono prodotti dal potere nascosto della giovane. La sua potentissima abilità innata, sigillata dalla madre per impedire alla famiglia Saimori di impossessarsene, la tormenta pur di essere espressa e di venir fuori. Tutto ciò non è nient’altro che una metafora per raccontare l’importanza di entrare in contatto con sé stessi, di conoscersi e di imparare a capirsi così da poter esprimere appieno la propria personalità. Miyo non ha bisogno solo di sentirsi amata, quello è solo il primo passo. Ha soprattutto bisogno di amarsi. È l’unico modo per uscire davvero dalla sofferenza e diventare finalmente padrona della sua vita.
L’ultimo episodio della prima stagione (Luce nell’oscurità, ep. 12) per me vale tutta la serie. Prima di poter salvare Kiyoka, Miyo deve confrontarsi con la bambina e con la ragazza spaventata e arrendevole che è stata. Deve perdonarsi. Deve affermare con convinzione e fiducia i suoi desideri e la volontà di combattere per realizzarli. L’abbraccio rassicurante e tenero che Miyo dona alla parte più oscura di lei è quello che ognuno/a di noi dovrebbe concedersi sempre, soprattutto nei momenti più difficili. Amare ciò che di noi ci ha procurato tanta sofferenza è sicuramente la prova più dura davanti alla quale possiamo essere testati.
Una volta superata questa prova, Miyo diventa una vera e propria eroina che si discosta con orgoglio dal modello disneyano. A differenza di Cenerentola che si fa salvare dai topolini e dal principe azzurro, Miyo diventa la salvatrice di Kiyoka. Un finale inaspettato e sorprendente visto l’andamento del personaggio, ma sicuramente in linea con molte altre trame shojo.
Cosa vuol dire avere una famiglia?
Un altro tema molto interessante che emerge dalla visione de Il mio matrimonio felice è il significato di “famiglia”.
Miyo si domanda spesso che cosa significhi averne una visto che nell’ambiente in cui è cresciuta non ha potuto fare altro che sperimentare odio e maltrattamenti. Avendo vissuto un’esperienza così traumatica, ragiona per assoluti pensando che nei rapporti possano esistere solo i sentimenti e le emozioni più estreme. Osservando il rapporto tra Kiyoka e sua sorella maggiore Hazuki e dal confronto con suo nonno, scopre che le cose sono leggermente più complicate.
Abbiamo personalità incompatibili, ma siamo cresciuti nello stesso ambiente quindi ci capiamo. In definitiva, penso che sia una brava persona.
Così Kiyoka parla di sua sorella raccontandoci una verità tanto banale quanto… vera. Non scegliamo i nostri parenti, quindi è possibile (se non altamente probabile) che non ci siano affinità di carattere né di gusti. Nonostante questo, crescere e vivere insieme crea un legame indissolubile e incisivo per ciò che siamo e vivremo.
Condividere un peso che non puoi portare da sola è ciò che fa una famiglia.
Questo, invece, è il modo in cui il nonno di Miyo prova a spiegarle che cosa significa avere dei legami di sangue, aggiungendo che la presenza dei famigliari non risolve il problema né esonera il singolo dalle sue responsabilità, ma fornisce sicuramente un appoggio emotivo o prativo. L’anziano Usuba afferma anche che si può non essere d’accordo con le scelte compiute dai propri familiari senza che questo cancelli l’amore provato. Trovo che sia un modo molto delicato e realistico di descrivere ciò che una famiglia può essere.
A dispetto dei colori pastello e dell’atmosfera romantica che Il mio matrimonio felice regala, temi importanti come la crescita personale, il significato dei legami famigliari e che cosa sia la felicità (argomento trattato nell’episodio OVA uscito a ottobre 2024) non vengono infiocchettati e trattati con sognante idealismo. Si può parlare, piuttosto, di concreto ottimismo.
Perché guardare Il mio matrimonio felice?
Il mio matrimonio felice è uno shojo fantasy con delle belle animazioni e momenti molto appassionanti. Ci possono essere scene meno entusiasmanti e alcune battute potrebbero far storcere il naso nell’epoca moderna, ma credo che possa essere un ottimo modo per passare una giornata staccando completamente la spina. D’altra parte, essendo composta solo da 13 episodi, si guarda in un attimo.
Personalmente, non vedo l’ora di guardare i nuovi episodi!
Scheda tecnica
Titolo originale: | Watashi no Shiawase na Kekkon |
Studio di animazione: | Kinema Citrus |
Anno di produzione: | 2023 (dal 5 luglio al 20 settembre) |
Manga: | 4 volumi con disegni di Rito Kohsaka pubblicati dal 2018 su Gangan Online |
Genere: | Shojo fantasy |
Voto: | 3,5/5 |
Da guardare se: | piacciono le storie romantiche e le ambientazioni fantasy. |
Federica Crisci
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